Johnson secondo i numeri parallelamente a Petty ed Earnhardt

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Jimmie Johnson è forse il pilota che ha gestito al meglio le sue opportunità nel corso della sua immensa carriera scattata 16 anni a Charlotte, precisamente nell’ autunno del 2001 a bordo della Chevrolet 48, monoposto tutt’ora usata dal campione californiano.

Con sei titoli all’ attivo, Jimmie Johnson ha la possibilità questa domenica di eguagliare  i due più grandi piloti della NASCAR capaci nel corso della loro longeva carriera di conquistare 7 titoli a testa: stiamo parlando di Richard “The King” Petty e Dale “The Intimidator” Earnhardt Sr.

Ora, in parallelo tenendo conto delle decadi in cui i tre piloti hanno gareggiato andremo a scovarne le differenze.

Le  190 vittorie di Richard Petty  conquistate fino al 1979 saranno molto probabilmente inarrivabili sia per Johnson che per altri piloti a seguire: un numero esorbitante di gare, se si considera che Johnson ne ha conquistate 79 e  63 sono quelle ottenute da Earnhardt quando conquistò il settimo titolo nel 1994. Petty avrebbe poi chiuso con 200 successi totali prima del ritiro nel 1992.  Earnhardt dal canto suo fino alla sua scomparsa avrebbe poi raggiunto quota 76, cifra già superata da Johnson, il quale eventualmente per conquistare il suo settimo titolo potrebbe domenica agguantare gli 80 successi in un ovale che non ha mai vinto in questi 16 anni di carriera.

Altra differenza è la caterva di anni e di gare fatte in carriera, se Johnson a 40 anni ne ha fatte “solo” 542, Petty ne avrebbe toccate quasi 1200 prima del ritiro ed Earhnardt 676 a 50 anni dopo la Daytona 500 del 2001. Da considerare però che Petty è rimasto attivo per ben 35 anni dal 1958; Earnhardt 27 anni dal 1975. Ad ogni modo entrambi hanno vinto il settimo titolo dopo almeno 16  stagioni complete: Petty ci impiegò 20 anni. Qualora Johnson vincesse supererebbe “The  Intimidator” in questa classifica, essendo lui nella sua 15° stagione full time.

I numeri di Petty per quanto si voglia eccedere sono leggermente peggiori in percentuale  sia di Earnhardt che di Johnson: Johnson in 542 gare ha “asfaltato” 217 Top 5, 329 Top Ten e 79 successi, che lo pone al sesto maggior vincitore NASCAR.

Un’ opportunità per Jonnson storica che vista la sete di vittorie , non potrà lasciare andare, sopratutto dopo aver fallito nel 2014 e nel 2015, quando nel 2013 conquistà il suo sesto titolo a distanza di due anni, e fallire sarebbe rimandare e incrementare il gap tra un titolo e l’altro: al momento ha 6 titolo in 10 anni.

Qualunque cosa succeda Johnson è tra i grandi della categoria ed in ogmi modo lo sarà per sempre.

NASCAR: Brian Scott si ritira a fine stagione

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Brian Scott a 28 anni ha deciso di lasciare le corse alle sue spalle dopo quattro anni e sole 51 gare all’ attivo.

Una notizia che non ha una grossa voce, data la fama di Scott ma che comunque segna la fine di un capitolo e l’inizio di un altro, sia per il Richard Petty Motorports che per il pilota stesso.

I motivi di questo ritiro sono prevalentemente personali e strettamente legati al pilota, il quale ha deciso di stare più vicino alla famiglia.  Scott nella massima serie e nella sua unica stagione full time quest’anno in carriera ha ottenuto recentemente il secondon posto nella gara autunnale di Talladega oltre che a una pole position. Per il resto, la stagione di Brian Scott è stata opaca in cui figura 32° in classifica.

Migliori sono i risultati nelle serie minori, sia nella Xfinity, sia nella Truck nelle quali spiccano prestazioni di valore. Nella Xfinity  ha ottenuto 20 Top 5’s e 77 Top 10’s oltre a 5 pole position in 208 partenze spalmate in sette anni. Nella Truck invece, ha conquistato due gare a Dover nel 2009 e a Phoenix nel 2012 aggiungendo 8 Top 5’s e 23 Top 10’s in 62 partenze ufficiali.

Per quel che concerne il Richard Petty Motorsports, il proprietario Richard Petty ha confermato di mantenere attiva la Ford numero 44 ma non si hanno indiscrezioni o notizie del possibile sostituto di Scott, che affiancherebbe attualmente Aric Almirola, pilota della Ford 43.

Da ricordare che Scott è entrato nel 2016 in sostituzione a Sam Hornish Jr, il quale a sua volta sostituì Marcos Ambrose nel 2015, con la differenza che Petty “affondò” la Ford numero 9 guidata sia da Ambrose che da Hornish per reclamare  nel 2016 la Ford 44 guidata dalla sua famiglia negli scorsi anni.

Scott si aggiunge così a Tony Stewart tra i piloti full time che non vedremo più dalla prossima stagione.

 

Riscontrato un tumore al fegato a Robert Yates

https://i0.wp.com/www.powerperformancenews.com/wp-content/uploads/sites/4/2015/06/Photo-01.jpg?w=584Qualora nessuno dei lettori sapesse chi è Robert Yates è giunta l’ora di scoprirlo. Uno dei pionieri della NASCAR che ha tenacemente costruito ( e tutt’ora costruisce) e supportato il motore Ford, oltre che ad avere un team di successo dal 1989 al 2009.

La cattiva notizia giunge dal figlio Doug Yates che qualche giorno fa comunicava l’inizio del trattamento contro il cancro al fegato contratto suo padre Robert Yates.

Con la speranza che Robert Yates guarisca da questo malevolo tumore, Robert Yates ha dato alla NASCAR quanto Jeff Gordon, Dale Earnhardt e Richard Petty hanno dato nel corso delle loro incredibili carriere profossienistiche, ma Yates a differenza di questi tre grandi piloti è stato un proprietario eccezionale. Dal 1989 al 2007 Yates ha messo in campo le celeberrime auto 88,28 e 38, tutte motorizzate Ford. Il debutto con Davey Allison che giunse secondo nella Daytona 500 del 1989 fu l’inizio di un’avventura quasi inaspettata. I momenti di gloria di questo team però furono alla fine degli anni ’90, seppur Allison fu capace precedentemente di conquistare 15 gare negli anni trascorsi con questo team confermardosi come secondo maggior vincitore nella storia del team.

Infatti, l’uomo di punta fu Dale Jarrett, che con questo team a quasi 40 anni suonati riuscì a trovare la gloria inseguita sin dalla giovinezza. Oltre a dare battaglia alla stella del momento Jeff Gordon concludendo terzo nel 1996, secondo nel 1997 e nuovamente terzo nel 1998, conquistò il primo ed unico titolo di questo team nel 1999, sempre a bordo della ormai famosa Ford numero 88. D’altronde i risultati di Jarrett furono come una manna dal cielo per il team: 29 vittorie (il massimo per un pilota di questo team ) su 32 totali della sua carriera, conditi da 129 top 5’s e 188 top ten. Dale Jarrett tenne testa alta fino al 2002 completando sei stagioni nel top five. L’ultimo sussulto di Jarrett  giunse nel 2005 con la vittoria a Talladega, ed un quarto posto in Kansas nell’ ottobre del 2006.

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Per capire il peso di Dale Jarrett per questo team basti pensare che il il Robert Yates Racing vinse 58 gare in in 20 anni, 29 delle quali con Dale Jarrett. Il saluto di Jarrett a fine 2006 fece capire il declino non solo del pilota ma anche del team stesso. Infatti ,a fine 2007 il figlio Doug rilevò il team di suo padre rinonimandolo Yates Racing. Un team che passò in mano al Richard Petty Motorsports nel 2009, e scomparire definitavamente.

Al momento Yates è con Roush, il produttore del motore Ford in NASCAR, il Roush-Yates Engine. Nell’ occasione per tutto il suo contributo dato per questo sport gli auguriamo una pronta guarigione.

 

Jamie McMurray avrà un nuovo sponsor nel 2017

La stagione sta volgendo al termine ed è tempo di parlare di off season e 2017, in cui novità per la prossima stagione fanno grossa voce nel mondo NASCAR. http://static.nascar.com/content/dam/nascar/articles/2016/11/1/main/gear-wrench-car-unveil.jpg/jcr:content/renditions/original

Uno dei “primi” a cambiare qualcosa è Jamie McMurray, il quale avrà un nuovo sponsor che lo accompagnerà per svariate gare nel prossimo campionato. L’esperto pilota di Joplin in forza al Chip Ganassi Racing dal 2010 come rimpiazzo a Martin Truex Jr, ha ottenuto carriera 7 successi e 142 top ten in 15 anni di carriera.

Lo sponsor GearWrench  si aggregherà a McMurray come sponsor primario sulla sua Chevrolet Numero 1 del team tanto da dare all’ azienda dello sponsor un grande salto di qualità: “GearWrench è un marchio di grande qualità che capisce come il nostro team dà valore ai nostri partner e trovare i modi per crescere gli affari insieme” ha detto Steve Lauletta presidente del Chip Ganassi Racing.

L’azienda grazie alla sua esperienza nello sport dà un grande valore a NASCAR producendo attrezzi meccanici, utili per il settore.

Come detto in precedenza, i risultati di McMurray sono di mezza fascia ma conta con successi che pesano un macigno: Daytona 500, Indianapolis, Talladega e Charlotte sono gli ovali da lui domati nel corso della sua lunga carriera.

Kurt Busch e Kevin Harvick con le spalle al muro ma…

http://static.nascar.com/content/dam/nascar/articles/2015/2/20/hero/kurt-busch-hero-2.jpg/jcr:content/renditions/originalLa gara di Martinsville ha messo in ginocchio sia Kevin Harvick sia Kurt Busch, due dei più esperti piloti del campionato NASCAR in competezione per vincere il titolo del 2016.

Entrambi hanno concluso i 500 giiri a Martinsville con almeno 2 giri di ritardo da Johnson, una prestazione precaria che nella Chase può avere un prezzo pesantissimo essendo divisa in round da tre gare prima dell’ eliminazione. Ora, vincere una delle prossime due gare salverebbe i piloti da ogni plausibile assenza in finale con Jimmie Johnson.

L’esperienza sul campo da parte di entrambi è enorme: 573 gare per Kurt Busch,  571 gare per Kevin Harvick con ben 16/17 anni di professionismo alle spalle. Sanno come vincere, sanno come uscire dai problemi, Busch vinse il titolo nel 2004, Harvick vinse nel 2014.Hanno tutte le carte in regola per poter sperare nella finalissima di Miami il 20 Novembre.

Kurt Busch, nativo di Las Vegas, Nevada ha ottenuto il titolo NASCAR nel 2004, l’unico finora ed il primo sotto il nuovo formato della Chase For The Cup.  In Texas,  prossima gara del campionato Kurt Busch ha vinto nel 2009, quando allora correva per Roger Penske. Nelle sue statistiche dell’ovale figurano un totale di 295 giri compiuti in testa, tre top 5’s e quindici top ten. A Phoenix invece, Busch ha statistiche migliori: una sola vittoria nel lontano 2005, aggiunge sei top 5s e sedici top ten quattro dei quali  sono giunte nelle ultime quattro visite al tracciato. Ma Kurt non compie un giro in testa dal 2011, qualora puntasse alla vittoria. Infine , Kurt ha dalla sua la continuità nei risultati che quest’ anno lo hanno tenuto in linea di galleggiamento con i primi:8 top fives e 20 top ten in 33 gare, ai quali si aggiunge la vittoria a Pocono lo scorso  giugno.https://i0.wp.com/www.cheatsheet.com/wp-content/uploads/2016/02/Kevin-Harvick-Jared-C.-Tilton-Getty-Images.jpg?w=584

Per quel che concerne Kevin Harvick, l’ovale di Avondale nei pressi di Phoenix è il luogo a lui sacro considerato che è il maggior interprete di quest’ovale con i suoi 8 successi in carriera, 5 dei quali giungono nelle ultime 6 partenze sul tracciato. Un record che gli vale un posto tra i grandi vincitori della NASCAR.  Se dovesse fallire in Texas, il jolly di Phoenix sarebbe una carta più che valida per arrivare in finale. Infatti, in Texas sul veloce ovale di Fort Worth non ha mai conquistato il Victory Lane, seppur abbia un enorme quantità di top ten: 15 in 27 gare disputate. Se non fosse stato per quell’ alieno di Jimmie Johnson, avrebbe ottenuto la vittoria due volte consecutivamente, visto che giunse alle sue spalle nel Novembre del 2014 e nell’ Aprile del 2015. Un Harvick che non è del tutto tagliato fuori, anzi con grandi opportunità di arrivare in finale, forse ancor di più del suo compagno di team Kurt Busch.

Le prossime due gare saranno cruciali per il team capace di vincere il titolo nel 2014 e arrivare secondo nel 2015. Harvick però è chiamato per la terza volta in questa Chase a fare degli extra dopo essersi salvato in New Hampshire e Kansas (entrambe gare vinte), quando era con le spalle al muro.

La storia di queste gare ci diranno la sorte di questi due piloti, amati e odiati dal pubblico, ma che alla fine meriterebbero di avere un’ ulteriore chance.