Kasey Kahne annuncia il ritiro dalle corse

Nella giornata di ieri tramite Twitter, Kasey Kahne pilota 38enne di Enumclaw, stato del Washington ha dichiarato di appendere il volante al chiodo a fine stagione 2018.

Pilota del team Leavine Family Racing sulla Chevrolet 95  ha all’ attivo un top five stagionale ottenuto nell’ appuntamento di Luglio a Daytona nulla più, con un team che gli aperto le porte dopo uno stint con Hendrick Motorsports.

Kahne

La decisione di chiudere i battenti viene anche confermata dal rifiuto della proposta di Stewart-Haas Racing come rimpiazzo di Kurt Busch, prossimo a lasciare il team. La famiglia e figli sono le chiavi portanti del futuro di Kahne, il quale ha regalato gioie durante una carriera di 15 anni.

Tra le sue vittorie di spicco si possono notare ben tre Coca Cola 600 (2006,2008,2012) e il Brickyard 400 del 2017, quella che fu l’ultima vittoria con Hendrick Motorsports. Due settimane dopo l’annuncio della recissione del suo contratto.

Ma Kahne più che a Hendrick è legato soprattutto a Ray Evernham e Dodge, con cui ha ottenuto nei primi tempi della sua carriera il maggior numero di successi. Su 18 vittorie complessive in carriera, 11 sono state ottenute con Dodge fino a stabilire la bellezza di sei vittorie stagionali nel 2006. Nel complessivo Kahne ha totalizzato 18 sucessi, 93 top five,176 top ten in 527 gare all’ attivo, oltre a completare 4678 giri in testa.

Per il Leavine Family Racing è già caccia aperta per il sostituto di Kahne per il 2019  con la possibilità di passare da Chevrolet a Toyota., mentre per l’esperto pilota si tratterebbe di chiudere con ultimo sussulto la sua discreta carriera professionistica.

Di seguito la lettera su Twitter del pilota.

 

 

Harvick settima vittoria in Michigan

Incontrastato, indomabile, indistruttibile. Queste sono le parole che possono sancire la prova maiuscola di Kevin Harvick in Michigan  dove la sua leadership è stata quasi intoccabile con ben 108 di 200 giri previsti compiuti in testa.

Harvick 2

Si tratta della settima vittoria stagionale che lo pone automaticamente in testa alla classifica del campionato. Un settimo successo,  che in certo senso annulla o quasi le vittorie di Bowyer e Logano, essendo lui l’alfiere delle Ford in mezzo a quelle due Toyota incontenibili di Truex e Busch. Basti pensare che questi tre piloti hanno vinto 29 delle ultime 34 gare disputate.

Per Harvick è comunque una giornata memorabile, non solo per aver festeggiato il burnout con suo figlio Keelan, ma anche per il suo 44° successo in carriera, un numero che lo pone al 17° posto nella lista dei maggiori vincitori NASCAR eguagliando Bill Elliott.

Inoltre, con 13 gare ancora da disputare si potrebbe ipotizzare il possibile traguardo della doppia cifra in vittorie, un risultato che non accade dal 2007 ( Jimmie Johson 10 vittorie). Ad ogni modo la scalata di Harvick per la vittoria è sembrata più facile del previsto sbaragliando la concorrenza di Hamlin, Blaney e Kyle Busch.

Risposta tardiva di Keselowski, secondo sulla linea traguardo che negli ultimi giri era più veloce di Harvick e a caccia del successo fatidico per staccare il biglietto definitivo dei playoff. Terzo Kyle Busch, leggermente sottotono nella giornata di domenica mentre torna nel top 5 dopo la vittoria di Dayotona a Febbraio Austin Dillon, graziato dalla strategia; quinta piazza solida per Blaney che fatica a trovare la vittoria.

Nel top ten  figurano  nell’ ordine Kurt Busch solido come del resto ha fatto nell’ arco di questa stagione,  Aric Almirola sempre sorprendente con la Ford del suo nuovo team , Denny Hamlin, Chase Elliott e Joey Logano.

Situazione Playoff che non cambia: Bowman mantiene i 62 punti di scarto su Stenhouse mentre Johnson per qualcosa portandosi a +92 punti, segue Almirola a +159, mentre Menard, Suarez e Newman figurano per punti i primi tagliati fuori.

Restano tre gare, per cui tre possibili vincitori diversi. Le gare in palio Bristol sabato, segue Darlington nel Labour Day e  Indianapolis a chiudere la stagione regolare. Sono 1027 giri per sancire le ultime posizioni rimaste.

Kurt Busch lascia Stewart-Haas Racing

Inizia a muoversi il mercato piloti 2019. Il primo a fare voce è Kurt Busch prossimo ad andarsene da Stewart Haas Racing e con lui anche lo sponsor Monster Energy a fine stagione.

Sono solo voci vicine al sito Motorsport.com  e nulla di ufficiale, ma a quanto pare Kurt Busch, campione NASCAR 2004 potrebbe passare al Chip Ganassi Racing  al posto di Jamie McMurray, al suo ultimo anno di contratto con il team.

A questo punto si aprono scenari interessati, con il possibile arrivo di Jamie Mac sul 41 del team di Tony Stewart, sempre che non venga data la possibilità a Cole Custer di fare il salto di qualità nella massima , cosa che secondo le indiscrezioni sembrano abbastanza improbablili.

Gia lo scorso anno Stewart-Haas aveva deciso di non esercitare la clausola opzionale di Busch e rinnovandolo per un solo anno tenendo in vita le sorti della Ford 41, mentre ora nonostante la discreta stagione di Kurt che dovrebbe fare i playoff senza alcun problema, seppur senza vittorie stagionali al momento in cui figurano 14 top 10 e 3 top fives in 22 gare disputate,  pare allontanare le speranze nel team. Anzi è quasi certo che vada a finire nella schiera di Chip Ganassi affiancando così Kyle Larson.

Kurt jamie 2

Stiamo parlando di due veterani di questa categoria che difficilmente lasceranno il sedile a giovani piloti. Kurt Busch ha all’ attivo 633 gare il massimo tra i piloti attivi e ben 19 anni di attività nei quali ha ottenuto 29 vittorie,  134 top 5, 270 top ten e 26 pole position; delle quali 164 gare, 5 vittorie, 34 top fives, 82 top 10 e 9 pole positions con  Stewart-Haas.  Jamie McMurray, al contrario è un pilota di mezza fascia  con 17 anni di esperienza e 568 gare disputate dalle quali maturano 7  vittorie, 62 top 5, 164 top 10 e 11 pole positions.

Kurt Busch ha solo accennato che sta parlando con alcuni team, ma sia Ganassi, sia Stewart-Haas non hanno rilasciato alcuna ufficialità a riguardo.

Presentata la nuova Ford Mustang

Nella giornata di ieri la Ford ha presentato il modello che gareggerà nella Monster Energy Cup Series a partire dal 2019.

La casa dell’ ovale blu aveva accennato nei primi mesi di quest’anno che la Ford Fusion, attiva dal 2006 sarebbe stata sostituita dalla Mustang nella massima series. e Così è giunto il momento della presentazione nei pressi di Dearbone, Michigan del modello che darà del filo da torcere alla Camry della Toyota e alla neo arrivata Camato della Chevrolet.

Dunque sarà un scontro tra colossi storici delle Muscle Car, con la sedan Camry a fare da incomodo, ma  che ha dalla sua uno sviluppo più elevato rispetto alle rivali, essendo nel circus dal 2007.

Mustang che giunge nella serie come 17° modello di Ford  e segue nell’ ordine le Ford Lincoln, Fairlane, Edsel, Mercury Monterey, Galaxie, Torino, Torino Talladega, Mercury Maurauder, Mercury Cyclone, Mercury Montego, Mercury Cougar, Thunderbird, Taurus ed infine Fusion.  Un cambio drastico perchè non si vede una muscle car dalla Torino degli anni ’60-’70.

Mustang 2019

I team spinti dal motore Ford sono Stewart-Haas, Roush Fenway Racing, Penske Racing, Front Row Motorsports, Go Fas Racing e Wood Brothers Racing. Un gruppo di team che dovrà lavorare duramente per colmare le prestazioni della Fusion, finora incapace di conquistare  il titolo ma ben 88 gare complessive all’ attivo.

Una situazione che sarà analoga a Chevrolet quest’anno con la Camaro, in cui la Mustang diventerà una vettura in via di sviluppo, lasciando l’elite a Toyota e a Chevrolet.

Ci vorranno alcuni anni prima di vederla in cima alle classifiche, ma sappiamo bene che sono ben tre i team di spicco con piloti capaci di vincere sopratutto grazie alla loro esperienza.

 

Brian France arrestato e si dimette

Brian France, CEO della NASCAR è stato arrestato lunedì per guida in  stato di ebrezza e possesso di sostance stupefacenti. per questo motivo potrebbe passare un anno in carcere e sospensione della patente.

Beccato nella serata di Domenica nei pressi di New York, dopo l’appuntamento della massima serie al Watkins Glen, ha deciso di dimettersi per un periodo indeterminato, lasciando le redini della gloriosa serie attiva dal 1948 a Jim France, zio di Brian France.

La NASCAR come citato, nata nel 1949  è sempre stata nelle mani della famiglia France, nell’ ordine con il suo fondatore Bill France Sr,  dal 1948 al 1972,  seguito dal figlio Bill France Jr  dal 1972 al 2000 ed infine, dal nipote del fondatore Brian France dal 2003 a tutt’ oggi.

France è stato fermato a bordo di una Lexus con un tasso alcolico di 0,19, più del doppio previsto ( 0,08)  e con pastiglie di paracetamolo e ossicodone, un oppiode.  Ora France  dovrà molto probabilmente intraprendere un percorso di riabilitazione, oltre che a presentarsi in tribunale il 14 settembre.

Di certo un danno all’immagine, e quasi in contrasto con la durezza che NASCAR ha sempre mostrato  nei confronti dei piloti, tanto per citarni alcuni A.J. Allmendinger e caso più famoso quello di Jeremy Mayfield.

France non gode comunque di una buona fama sul modo in cui sta dirigiendo la NASCAR e molte voci, lo voglio fuori dal circus, specialmente dopo questo accaduto.

Infatti Brian France ha deciso di lasciare la poltrona di CEO nella NASCAR, forse per sempre, lasciando un segno indelebile nella storia di questo sport.

Ora sarà lo zio a prendere in mano le redini di una serie che gode di una fama eccelsa negli Stati Uniti. In questo modo  potrebbe cancellare la  brutta uscita di Brian France, spesso criticato dal pubblico per le decisioni stravaganti prese fino ad  ora.

Brian France

Bill Elliott torna a gareggiare nella serie minore

Bill Elliott, 62 anni denominato ” Awesome” Bill from Dawsonville  torna alle corse per disputare una gara nella Xfinity Series,  nel tracciato di Elkhart Lake a  Road America il prossimo 25 agosto. Elliott guiderà la Chevrolet 23 del  GMS Racing, con la quale debutterà su questo tracciato.

Per la prima volta dal 2012  Bill Elliot rientra alle gare per un team nel quale suo figlio Chase ha preso parte per tre gare. Per il campione  NASCAR 1988 si tratterà della 44° gara nella Xfinity Series, allora era la Busch Series nel quale ha ottenuto  8 top 5s, 16 top 10, 2 poles ed una vittoria al Watkins Glen nel 1993.

Tutt’altro discorso nella massima serie dove Bill Elliott figura come tra i piloti più longevi della categoria: pilota full time dal 1976 al 2003 e part-time fino al 2012 con 828 partenze  durante un periodo durato ben 37 anni. Per lui ci sono 44 vittorie, 175 top 5s  320 top ten, 55 poles ed il titolo nel 1988

Nonostante tutta l’esperienza sul campo, il 62enne di Dawsonville, Georgia risulterà come un rookie in mezzo ad una miriade di giovani piloti, visto che in Road America, Bill non ha mai gareggiato.

Rivederlo al volante è certo un emozione ed non resta che augurargli il meglio per questo piccolo stint nella Xfinity Series.

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