Gli ovali della NASCAR: Michigan International Speedway

Il Michigan International Speedway è  un gigantesco ovale situato a Broklyn, Michigan presso le Irish hills dello stato omonimo.

Costruito nell’ arco di un anno tra il 1967 e il 1968 e ideato dall’ Ingeniere Charles Moneypenny in cui fece depositare 2,5 milioni di metri cubi di fango per creare questo ovale a forma di D, al quale vennero aggiunti degli spalti capaci di ospitare 24000 persone con un costo stimato tra i 4 e 6 milioni di dollari.

Curiosamente però, l’ovale passò in mano a Roger Penske nel 1972, fondatore del celeberrimo Penske Racing, il quale lo comprò per 2 milioni di dollari, un terzo delle spese di costruzione. L’ovale rimase di sua proprietà fino al 2000 durante il quale vennero fatti aggiungere altri 125.000 posti a sedere ed ulteriori rinnovamenti che lo fecero crescere di fama, soprattutto per la velocità espressa dalle auto che toccano le 210 miglia oraria.

Nel 2000, Penske vendette ad una delle due corporazioni che gestiscono i tracciati NASCAR, la International Speedway Corporation, la quale rinonimò il tracciato in Michigan International Speedway e aggiunse altri 11.000 posti per i fan, portando il numero complessivo di quasi 160.000 sedie sugli spalti.

Il tracciato, inoltre è stato protagonista di numerose riasfaltazioni nel corso di questi anni la cui ultima risale 2012, che succede a quella del 1995, 1986, 1985 e 1968, in pratica una volta ogni 10 anni di media. Infine è stato costruita un’ area attrezzata con elettricità e parcheggi adibiti ai camper pari a 20 piazzole all’ interno dell’ ovale.

A livello motoristico il Michigan International Speedway ospitò la sua prima gara NASCAR dell’ allora Winston Cup nel 1969 con doppia gara stagionale, caratteristica che mantiene all’ interno del calendario in data odierna.

Tra i maggiori vincitori di questo ovale troviamo David Pearson con 9 successi di cui 3 sweep, Cale Yarborough con 8  vittoire e 1308 giri in testa ( record), Bill Elliott con 7 vittorie fa la voce grossa grazie alle sue 61 partenze ufficiali ( record) ed il maggior numero di giri completati qui pari a 11.212 giri, i Top 5s spettano a Cale Yarborough con 21 su 36 partecipazioni mentre Mark Martin strappa il primato dei top 10 con 31 su 56 gare disputate.

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Ovviamente, tra i pluripremiati figurano voci di calibro come Gordon ( 3 vittorie), Jarrett (4 vittorie), Earnhardt Sr (2 vittorie), Rusty Wallace, Richard Petty e Bobby Allison ( 4 vittorie) . Tra i piloti attivi invece, spiccano Kurt Busch, Matt Kenseth e Kyle Larson a quota 3 successi, Earnhardt Jr con 2 successi che proprio qui ha chiuso la lunga striscia negativa nel 2008 e nel 2012,  seguono Ryan Newman, Kyle Busch, Joey Logano, Brad Keselowski.

Con l’AutoClub è l’unico Ovale da 2 miglia del campionato.

Gli Ovali della NASCAR: Las Vegas Motor Speedway

Uno dei pochi ovali dell’ Ovest situato in mezzo al deserto del Nevada ma non lontano da Las Vegas. Nonostante sia entrato nel calendario NASCAR solo nel 1998, il Las Vegas Motor Speedway cominciò a prendere piede già nel 1972 con un tracciato tipo Road Course e Drag Racing. Ma nel corso del successivo ventennio, il tracciato della città del gioco d’ azzardo cominciò a trasformarsi in un ovale. Nel 1985 divenne un piccolo ovale, poi soltanto nel 1996 venne allargato in un discreto ovale da 1.5 miglia come la maggioranza dei tracciati presenti nel calendario.

Una lunghezza usata in tempi odierni seppur, nel 2006 venne riconfigurato con un banking pari a 12°-20 °.

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L’inaugurazione nel marzo del 1998 vide Mark Martin aggiudicarsi la prova con oltre 80 giri in testa dando la prima vittoria alla neo arrivata Ford Taurus. Fino al 2000 l’ovale fu terra di conquista per i Fordisti con Jeff Burton a fare back-to-back nel 1999 e 2000. Sarà invece Chevrolet a prenderne le redini nel 2001 con Jeff Gordon, il quale ottenne la prima ed unica vittoria su questo ovale.Il 2002 fu la volta di Dodge con lo strepitoso 1-2 di Sterling Marling e Jeremy Mayfield.  Kenseth(2) e Johnson(3) invece si spartiranno le cinque edizioni successive. Data da segnalare è il 9 Marzo 2008, in cui Kyle Busch ha regalato a Toyota il primo successo di sempre per la casa nipponica.

Tra gli ulteriori vincitori nei tempi recenti ci sono anche Tony Stewart, Kevin Harvick, Carl Edwards e Brad Keselowski.

Johnson detiene il maggior numero di vittorie con quattro sigilli ed il maggior numero di top fives ( eguagliato da Gordon, Kenseth e Martin) pari a 6. Il maggior numero di partenze è 18  (Gordon, Kenseth e Earnhardt Jr), le pole sono a Kahne con 3, mentre Gordon detiene il numero di giri completati 4551 e Kenseth il maggior numero di giri in testa ben 516.

Lasciando i numeri, c’è da dire che il Las Vegas Motor Speedway ha avuto finora una sola data annuale( a Marzo) nel calendario NASCAR, ma recentemente i corpi alti della serie hanno preso la decisione di farne una seconda data ufficiale oltre alla sopracitata. Avrà una gara in sede playoff nel 2018 aprendo le danze di questo ormai celeberrimo format, attivo dal 2004

Gli Ovali della NASCAR: Kansas Speedway

Il Kansas Speedway rientra in quella vasta categoria di ovali in cui la distanza sul giro raggiunge 1,5 miglia di lunghezza ( 2,4 km), molto simille al Las Vegas Speedway e Chicagoland Speedway.

Ovale dalla storia recente, in confronto a Martinsvile e Daytona tanto per citarne alcuni, conosce la potenza delle vetture NASCAR solo con l’arrivo del nuovo secolo nel 2001 dopo un periodo di costruzione durato circa due anni (1999).

L’impatto lasciato da questo ovale visto la sua collocazione, nei pressi di Kansas City, lo ha reso sin dal 2001 l’unico evento NASCAR tra gli stati del Midwest ed il Centro Nord degli States. Al suo debutto nel 2001, il Kansas Speedway ricevette l’onore di avere Jeff Gordon come primo vincitore della sua storia. Gordon, al suo ritorno nel 2002 si ripetè  diventando il primo a conquistare l’ovale per due annate consecutive ( un record eguagliato da Matt Kenseth nel 2012 e 2013). Tra i vincitori di quest’ ovale spicca anche il nome di Jimmie Johnson (2008, 2011, 2015), il quale con Gordon (2001,2002 e 2014) sono i maggiori vincitori della storia della serie.

La fama del Kansas Speedway crebbe nel corso degli anni ove, nomi dal calibro di Tony Stewart (2 volte), Greg Biffle (2 volte) e Mark Martin (1 volta) hanno poi portato l’ovale ad avere 2 date annuali a partire dal 2011, anno in cui venne aggiunto un impianto d’illuminazione.

Infatti,Il Kansas Speedway ospita al giorno d’oggi due gare Monster Energy:  la data primaverile di Maggio si svolge sotto le luci, mentre la gara  autunnale presente nei Playoffs ad Ottobre, si svolge nell’ orario pomeridiano; una gara Xfinity Seties e una gara Truck. Per quanto riguarda la sua configurazione ,l’ovale presenta un rettilineo principale con pendenze dai 9 agli 11 gradi, 17° e 20° nelle curve, mentre tende a spianare sul rettilineo opposto  non superando i 5° di pendenza.

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Gli ovali della NASCAR: Homestead-Miami

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L’ovale di Homestead-Miami è come quello dell’ Auto Club in California una struttura recente, il cui primo pezzo fu messo nel 1993, un anno dopo il passaggio dell’ uragano Andrews il più devastante nella storia degli Stati Uniti.

Si impiegarono due anni a costruirlo ed ufficialmente aprì nel novembre 1995, quando allora La formula CART ebbe l’onore di assaggiare il nuovo ovale seppur la gara si svolse poi nel 1996, seguita per quel che concerne le ruote coperte dalla attuale Xfinity Series, dove a vincere per primo fu un noto Dale Jarrett.

Si tratta di un ovale di un miglio e mezzo con una pendenza progrssiva tra i 18° e 20°  nelle curve alle quali segue un fievole 3° nei due rettilienei.  Homestead-Miami ha anche la possibilità di avere altri due tipi di layout con un totale 11 curve.

E’ un ovale che  con il tempo ha preso notorietà per essere l’ultima gara di stagione in svariate serie, tra cui Indycar, NASCAR e Rolex-AM, seppur nella prima serie citata faceca parte anche del season opening, dove Paul Dana perse la vita nel 2006. Prima di di lui  John Nemechek e Jeff Clinton caddero in quella trappola mortale, ma è da Dana che a in questo ovale non si registrano queste fatalità.

In NASCAR, almeno per quel che concerne la massima serie, si presentò nel calendario solo nel 1999, anno del debutto di Tony Stewart capace di conquistare il successo in quell’ annata. Da considerare che da sempre fino ad ora, la gara su questo ovale si è svolta a Novembre e dal 2002, chiude la stagione della massima serie NASCAR.

Tra i maggiori vincitori troviamo per l’appunto Tony Stewart che si ripetè nel 2000 e nel 2011, anno del suo ultimo titolo in carriera e sorprendentemente Greg Biffle, autore di un Threepeat dal 2004 al 2006. Da segnalare la sua vittoria nel 2005 la prima con in notturna, nel quale battè di un soffio Mark Martin rinvenuto alle sue spalle per conquistare la vittoria.

Altri vincitori di spicco sono Bobby Labonte nel 2003, che qui registrò la sua 21° vittoria ed ultima della sua carriera, Jeff Gordon nel 2012 conquistò l’unico successo su questo ovale, Carl Edwards nel 2008 e nel 2010 e negli ultimi tre anni Kevin Harvick, Kyle Busch e Jimmie Johnson, grazie al quale conquistarono il titolo NASCAR delle rispettive annate dal 2014 al 2016.

E’ un ovale che per la NASCAR perterà almeno finchè rimarrà come ultima gara del calendario, grandi emozioni, pianti e tensione sia tra piloti che tra appasionati e Homestead-Miami continuerà a farlo perchè è così che ha sempre fatto: essere la gara decisiva del campionato.

 

Gli Ovali della Nascar: Dover International Speedway

La storia del Dover International Speedway è una di quelle favole di lunga durata con la NASCAR che rimonta al 1969.

La prima piastrella  di asfalto piazzata sull’ attuale autodromo  sotto la guida del costruttore Melvin Joseph e la sua azienda la Melvin L. Joseph Construction Company, Inc è del 1966 e prima di completarlo ci si impiegò ben tre anni.

L’ovale ha una configurazione di un 1 miglio (1.6 km) con una pendenza di 24° nelle curve lo rende uno dei più inclinati del campionato (una delle più alte della Nascar dopo Daytona, Bristol e Talladega) è un’inclinazione  di 8° nei due rettilinei.

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La prima gara si svolse il 6 luglio 1969 e raffigurava come la 29° prova del campionato su una distanza per così dire ristretta di 300 miglia, nel quale Richard Petty ebbe l’onore di vincerla facendo 150 giri in testa. In quell’ occasione solo Leeroy Yarborough resistette allo strapotere di Petty ma, per sua sfortuna a circa 70 fermate dal termine dovette abbandonare. Alla fine solo quattordici piloti completarono la gara ed  il vincitore  fu l’unico a concludere la Mason Dixon 300 a pieni giri. Uno sconosciuto Sonny Hutchins giunse secondo con ben 6 giri di ritardo. L’annata successiva Dover ospitò nuovamente una sola gara con la stessa distanza da percorrere e Richard Petty ripetè l’exploit con 186 giri al fronte ma questa volta con Bobby Allison a pieni giri.

Dal 1971 per il Dover International Speedway cominciò una nuova era nel quale lo vide ancora più presente nel campionato NASCAR. L’ovale rimosse tutti gli eventi che non erano sotto la guida della Nascar, concentrandosi sulla Winston Cup. Fino ad Oggi ospiterà ben due gare annuali: una primaverile ed una autunnale, di cui la seconda entrerà a far parte del Chase for The Cup dal 2004. Inoltre Dover incrementò le miglia da percorrere da 300 a 500, una distanza che avrebbe dato all’ ovale il soprannome di “The Monster Mile”, una gara a dir poco estenuante. Le 500 miglia però ressero fino alla prova primaverile vinta da Ricky Rudd nel 1997; successivamente optò per una via di mezzo: 400 miglia, la distanza usata attualmente nei due eventi annuali.

L’ovale fu anche protagonista di altre modifiche tra gli anni ’90 e 2000.  Nel 1995 l’asfalto venne rimosso per sostiuirlo con il calcestruzzo rendendolo leggermente più veloce. Il record sul giro è di Brad Keselowski nel 2014 mentre il tempo di gara è di Mark Martin stabilito nel 1997 che completò la prima 400 miglia di Dover con il tempo di 3 ore secche di gara.

Martin è stato uno dei più grandi interpreti di questo ovale: per lui 4 vittorie, 24 top fives e 33 top ten in 55 gare. Ma c’è chi ha fatto meglio di lui in termini di vittorie. Se Petty e Bobby Allison furono i maestri di Dover quando si correva sull’ asfalto con 7 vittorie ciascuno, allora Jimmie Johnson è il re da quando il calcestruzzo ricoprì i rettilei e le curve di questo ovale del Delawere.  Per lui ci sono 10 vittorie (Record assoluto) dal 2002 in 29 partecipazioni, ma rispetto a Martin i suoi top five e i top ten sono un baffo: 15 volte tra i primi 5 e 20 volte tra i primi dieci, seppur abbia una media finale migliore del suo ex compagno di squadra. Tra i grandi, in questa speciale statistica lo superano solo Bobby Allison e David Pearson. Johnson ha anche il maggior numero di giri in testa nella storia di questo ovale e l’unico a superare la barriera delle 3000 fermate al fronte. Per rendere l’idea di quanto sia speciale Dover per il sei volte campione Nascar basta pensare che tra i piloti attivi il più vicino è Tony Stewart con 3 successi e “soli” 1075 giri in testa. In poche parole un’ abisso.

Tra i vincitori troviamo anche Harry Gant, che nel 1992 a bordo di una Oldsmobile divenne il più vecchio vincitore nella storia del tracciato a 52 anni. Nella lista figurano tutti i grandi nomi della storia. Cale Yarborough, Dale Earnhardt e Rusty Wallace con 3 successi, Bill Elliott con 4 sigilli,  Jeff Gordon con 5 bandiere a scacchi, Darrell Waltrip fermo a due mentre Dale Jarrett ottenne la vittoria una sola volta nel maggio del 1998.

Tra i vincitori attivi ci sono Ryan Newman, Kyle Busch, Kurt Busch nel 2012, Martin Truex Jr nel 2007 il quale conquistò la sua prima vittoria in carriera, Kevin Harvick vincitore nell’ ottobre 2015 per la prima volta, seguono Carl Edwards, Matt Kenseth e Tony Stewart il cui ultimo successo risale al 2013.https://i0.wp.com/www.gannett-cdn.com/-mm-/6e5670fc67cec881b0fb62d1905a2fa3018546b4/c=238-0-3166-2201&r=x404&c=534x401/local/-/media/USATODAY/None/2014/09/25/1411698536000-2014-09-25-Dover.jpg?w=584

C’è una  cosa di caratteristico a Dover: la presenza di una statua sotto forma di mostro sopra l’entrata dell’ ovale. Un monumento alto 14 metri. ll Dover International Speedway è uno dei tre ovali che non fa parte delle due grandi corporazioni che gestiscono gli autodromi della Nascar. Fa parte del Dover Motorsport Incorporated che gestisce nel complesso 4 tracciati: oltre a quello già citato ci sono Getaway, Nashville e Memphis.

 

Gli ovali della Nascar: Darlington Raceway

Darlington Raceway. L’ovale atipico. L’ovale che brilla nella notte. La signora in nero. L’ovale che non si doma.  Sono questi alcuni dei soprannomi del gioello del South Carolina che in inglese sarebbero “The track too tough to tame” e “The lady in black”.

Un ovale da una storia che dura da più di un quarto di secolo dove molti campioni e non, hanno faticato parecchio prima di conquistarlo, alcuni senza mai esserci riusciti. Con la sua lunghezza di 1.36 miglia è, a tutti gli effetti una tradizione NASCAR con la sua conformazione a “uovo” che ne caratterizza la sua difficoltà nell’ essere “domato”.https://i0.wp.com/www.playflorence.com/site/images/DDR1105_09164.jpg?resize=584%2C389

Cominciate le costruzioni nel 1949 grazie ad un certo Harold Brasington, un ex pilota  del South Carolina nativo e residente proprio a Darlington, si fece prendere dalla follia di seguire le orme dell’ Indianapolis Motor Speedway e crearne uno nellla sua città natale. Dopo aver comprato un’ area di 70 acri da un contadino, decise di costruire il leggendario ovale su un terreno dove prima si coltivavano l’arachide e il cotone.

Ma l’accordo tra Brasington ed il contadino fu  che costruendo l’ovale  non sarebbe andato a disturbare il lago di pesci presente nel terreno vicino. Per questo Brasington dovette costruire sopra il pendio di una leggera collina creandone la forma unica ad uovo guardando a est anzichè a ovest, dove il laghetto si trovava. Per completarne  l’opera Brasington ci impiegò un’ anno. In quel momento non si rese conto di aver costruito un ovale raro che con il passare degli anni sarebbe diventato leggenda.

Così nel 1950 Brasington fece diventare un sogno realtà: La Southern 500 si disputò per la prima volta il 4 settembre entrando nel calendario Nascar (allora Grand National)  diventando il primo evento da 500 miglia nella storia della categoria. Una gara dominata da un certo Johnny Mantz che passò sotto la bandiera a scacchi come unico pilota a pieni giri (400 da completare) su Fireball Roberts (che ne completò 391), rimanendo  al fronte per 351 giri su una griglia 75 auto. Addirittura in quella gara Brasington volle che nei restart le auto si disponessero come a Indianapolis con 3 auto per fila affiancate.

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La storia del Darlington Raceway era appena decollata. Da quel momento Darlington venne domata da un certo Herb Thomas che negli anni ’50 costituì la scena del tracciato vincendo 3 volte in 7 partecipazioni. Roberts, purtroppo dovette attendere il 1958 prima di vincere e ripetersi poi nel 1963. E’ una gara che fino al 2004 si sarebbe disputata due volte all’ anno.

Dagli anni sessanta il palcoscenico passa nelle many di Richard Petty vincitore tre volte e a David Pearson che sarebbe diventato il grande interprete di questo ovale. Pearson vinse per la prima volta nel maggio del 1968 e fino al 1980 conquistò Darlington ben 10 volte (record di successi in questo tracciato) e quando si ritirò aveva accumulato la bellezza di 47 partecipazioni. Una statistica simile non sarebbe più successa fino a quando un tale Dale Earnhardt lo avrebbe domato 9 volte in un arco temporale di 12 anni, dal 1982 al 1994.  Dopo Earnhardt il testimone passò a Jeff Gordon che nella decade degli anni ’90  vinse ben 5 volte per un totale di sette successi aggiungendo le vittorie del 2002 e del 2007.

Darlington cambiò leggermente configurazione nel 1997: quello che era il rettilieneo principale divenne quello opposto.Poi nel 2004 si aggiunse un impianto luci e i posti a sedere aumentarono a 65.000 dei 58.000 originari.

Tra i vari vinictori  troviamo nomi conosciuti come Darrell Waltrip, Bill Elliott, Cale Yarborough e Bobby Allison con 5 successi, i fratelli Terry Labonte con 2 sigilli e Bobby  Labonte con una vittoria; Jimmie Johnson al momento fermo a quota tre; Ned e Dale Jarrett padre e figlio con un complessivo di 4 successi; Buck e Buddy Baker con 5 successi total e più recentemente Kevin Harvick e Matt Kenseth. Non mancano però i meno conosciuti: Regan Smith vinse nel 2011 con il Furniture Row, Sterling Marlin taglià il traguardo per primo nel 1994 e nel 2002, Mark Martin anch’egli con due vittorie.Poi sarà la volta dei fratelli Jeff e Ward Burton con due vittorie a testa, seguono Greg Biffle e Ricky Craven. Quest’ultimo nel 2003 battè  Kurt Busch in un finale pazzesco in cui i due si agganciarono e tagliarono la linea del traguardo assieme, fianco a fianco, seppur il muso di Craven prevalse su quello di Busch.Tra tutti però spicca un pilota che non ha mai digerito Darlington: Tony Stewart ha vinto su tutti i tracciati della categoria trannne qui e il Kentucky Speedway, ma quest’ultimo debuttò solo nel 2011. A Darlington Stewart ha  all’ attivo 23 partenze 4 top fives, 12 top ten e solo 30 giri in testa. Al suo ultimo anno ha ancora a disposzione la gara di settembre per sfatare questo tabù.

Di seguito vi lascio il video di questo finale: