Brett Moffit corsaro ad Atlanta

Quando tutto sembra andare liscio per Kyle Busch la sfortuna prende il sopravvento. All’ ultimo pit stop in regime di bandiera gialla Busch  perde la posteriore sinistra in uscita dalla pit lane ed è costretto a rientrare per rimontare le gomme.

Situazione che beneficia Brett Moffitt, a tratti protagonista in gara , il quale brucia Sauter nel restart e vola verso la bandiera a scacchi beffando i ben più quotati Johnny Sauter e Noah Gragson.

Una  gara però controllata dalle Toyota con Gragson mattatore  nel primo stage, quasi indisturbato, e Kyle Busch vincitore nel secondo stage. La sfortuna da parte di entrambi è stata poi una manna dal cielo per i concorrenti, i quali si sono visti strada aperta per il successo.

Secondo successo in carriera e nella serie per Moffitt , il quale sorprende le aspettative e apre le porte ad una possibile post season.

Crafton e Rhodes chiudono un Top 5 all’ altezza delle aspettative, essendo entrambi parte dell’ elite della serie, con l’obiettivo di conquistare il titolo a fine anno.

NASCAR Camping World Truck Series TheHouse.com 225

 

Gli Ovali della NASCAR: Las Vegas Motor Speedway

Uno dei pochi ovali dell’ Ovest situato in mezzo al deserto del Nevada ma non lontano da Las Vegas. Nonostante sia entrato nel calendario NASCAR solo nel 1998, il Las Vegas Motor Speedway cominciò a prendere piede già nel 1972 con un tracciato tipo Road Course e Drag Racing. Ma nel corso del successivo ventennio, il tracciato della città del gioco d’ azzardo cominciò a trasformarsi in un ovale. Nel 1985 divenne un piccolo ovale, poi soltanto nel 1996 venne allargato in un discreto ovale da 1.5 miglia come la maggioranza dei tracciati presenti nel calendario.

Una lunghezza usata in tempi odierni seppur, nel 2006 venne riconfigurato con un banking pari a 12°-20 °.

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L’inaugurazione nel marzo del 1998 vide Mark Martin aggiudicarsi la prova con oltre 80 giri in testa dando la prima vittoria alla neo arrivata Ford Taurus. Fino al 2000 l’ovale fu terra di conquista per i Fordisti con Jeff Burton a fare back-to-back nel 1999 e 2000. Sarà invece Chevrolet a prenderne le redini nel 2001 con Jeff Gordon, il quale ottenne la prima ed unica vittoria su questo ovale.Il 2002 fu la volta di Dodge con lo strepitoso 1-2 di Sterling Marling e Jeremy Mayfield.  Kenseth(2) e Johnson(3) invece si spartiranno le cinque edizioni successive. Data da segnalare è il 9 Marzo 2008, in cui Kyle Busch ha regalato a Toyota il primo successo di sempre per la casa nipponica.

Tra gli ulteriori vincitori nei tempi recenti ci sono anche Tony Stewart, Kevin Harvick, Carl Edwards e Brad Keselowski.

Johnson detiene il maggior numero di vittorie con quattro sigilli ed il maggior numero di top fives ( eguagliato da Gordon, Kenseth e Martin) pari a 6. Il maggior numero di partenze è 18  (Gordon, Kenseth e Earnhardt Jr), le pole sono a Kahne con 3, mentre Gordon detiene il numero di giri completati 4551 e Kenseth il maggior numero di giri in testa ben 516.

Lasciando i numeri, c’è da dire che il Las Vegas Motor Speedway ha avuto finora una sola data annuale( a Marzo) nel calendario NASCAR, ma recentemente i corpi alti della serie hanno preso la decisione di farne una seconda data ufficiale oltre alla sopracitata. Avrà una gara in sede playoff nel 2018 aprendo le danze di questo ormai celeberrimo format, attivo dal 2004

Kyle Busch in pole a Watkins Glen

Il ritmo indiavolato di Kyle Busch ha garantito la pole numero 25 in carriera fermando il cronometro su 1:09:490.

Un tempo che gli ha permesso di fare il vuoto tra se stesso e il resto dei contendenti della pole, che al contrario sembravano remare controcorrente.

Per lui si tratta anche della terza pole position consecutiva, e ora che ha sfatato il tabù della vittoria a Pocono la scorsa settimana, alza la posta in palio per conquistare la gara di stasera in programma per le 21 italiane.

L’unico a limitare i danni, se così si può dire è Kyle Larson che si ferma a 37 decimi da Busch. Dopo è il vuoto: Truex Jr figura a 64 decimi di secondo e partirà in seconda fila affiancato da Elliott addirittura a 71 decimi dal poleman, con Suarez scattare in quinta posizione in una fila tutta rookie completata da Erik Jones, sesto.

Seguono Allmendinger e Keselowski in quarta fila, mentre i veterani McMurray e Johnson completano la quinta fila ad oltre 1 secondo da Busch.

Infine, nessun tempo ufficiale per Hamlin e Bowyer che partiranno in quest’ ordine in sesta fila.

Dunque Green Flag dopo le 21 in occasione della “I Love NY 355”

Xfinity Series: Kyle Larson holds off Logano at Auto Club

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Kyle Larson managed to keep pole sitter Joey Logano behind in the final restart of the race, winning Service King 300 NASCAR XFINITY Series race at Auto Club Speedway last Saturday.

Larson, who only led  21 laps out of 150 fought back to the lead recovering from a speeding penalty claiming his first victory of the season, the sixth of his career, after a remarkable battle side by side with Joey Logano in the final four laps.

Both drivers swapeed the lead several times, with Logano surrending the lead just two laps before the checkered flag contiunuing the winless streak for Roger Penske in the Xfinity Series at Fontana.

Joey Logano although his unbelievable performance in which led six times for a race-high 70 laps, also fell back due to a speeding penalty occurred early in the race but struggled like a lion returning to the lead in the meantime conquered by Kyle Busch.

The Las Vegas native, led a total of 55 laps and finished third after touching the wall pursuing Logano for the lead at lap 122, but did not have enough to continue the momentum he had in the previous laps. Behind him, Erik Jones  finished fourth, his second best performance at this track, while William Byron completed the top five being the first full time Xfinity Series driver eligible for the championship.

Gli ovali della NASCAR: Homestead-Miami

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L’ovale di Homestead-Miami è come quello dell’ Auto Club in California una struttura recente, il cui primo pezzo fu messo nel 1993, un anno dopo il passaggio dell’ uragano Andrews il più devastante nella storia degli Stati Uniti.

Si impiegarono due anni a costruirlo ed ufficialmente aprì nel novembre 1995, quando allora La formula CART ebbe l’onore di assaggiare il nuovo ovale seppur la gara si svolse poi nel 1996, seguita per quel che concerne le ruote coperte dalla attuale Xfinity Series, dove a vincere per primo fu un noto Dale Jarrett.

Si tratta di un ovale di un miglio e mezzo con una pendenza progrssiva tra i 18° e 20°  nelle curve alle quali segue un fievole 3° nei due rettilienei.  Homestead-Miami ha anche la possibilità di avere altri due tipi di layout con un totale 11 curve.

E’ un ovale che  con il tempo ha preso notorietà per essere l’ultima gara di stagione in svariate serie, tra cui Indycar, NASCAR e Rolex-AM, seppur nella prima serie citata faceca parte anche del season opening, dove Paul Dana perse la vita nel 2006. Prima di di lui  John Nemechek e Jeff Clinton caddero in quella trappola mortale, ma è da Dana che a in questo ovale non si registrano queste fatalità.

In NASCAR, almeno per quel che concerne la massima serie, si presentò nel calendario solo nel 1999, anno del debutto di Tony Stewart capace di conquistare il successo in quell’ annata. Da considerare che da sempre fino ad ora, la gara su questo ovale si è svolta a Novembre e dal 2002, chiude la stagione della massima serie NASCAR.

Tra i maggiori vincitori troviamo per l’appunto Tony Stewart che si ripetè nel 2000 e nel 2011, anno del suo ultimo titolo in carriera e sorprendentemente Greg Biffle, autore di un Threepeat dal 2004 al 2006. Da segnalare la sua vittoria nel 2005 la prima con in notturna, nel quale battè di un soffio Mark Martin rinvenuto alle sue spalle per conquistare la vittoria.

Altri vincitori di spicco sono Bobby Labonte nel 2003, che qui registrò la sua 21° vittoria ed ultima della sua carriera, Jeff Gordon nel 2012 conquistò l’unico successo su questo ovale, Carl Edwards nel 2008 e nel 2010 e negli ultimi tre anni Kevin Harvick, Kyle Busch e Jimmie Johnson, grazie al quale conquistarono il titolo NASCAR delle rispettive annate dal 2014 al 2016.

E’ un ovale che per la NASCAR perterà almeno finchè rimarrà come ultima gara del calendario, grandi emozioni, pianti e tensione sia tra piloti che tra appasionati e Homestead-Miami continuerà a farlo perchè è così che ha sempre fatto: essere la gara decisiva del campionato.

 

I Chasers 2016: Parte 4

Kevin Harvick:  E’ il miglior  in circolazione da tre anni a questa parte e la migliore Chrevrolet di quest’anno. Già l’anno scorso aveva scritto pagine di storia con statistiche che non si vedevano da almeno 20 anni, e quest’anno nonostante il puro dominio di Toyota, Harvick non ha alzato il pedale dall’ acceleratore. 2 vittorie, 11 top 5 e 21 top ten in 26 gare, sei delle quali con il maggior numeri di giri in testa che con Martin Truex Jr e Kyle Busch ha sfondato i 1200 fermate in testa in campionato.  Numeri pazzeschi per il vincitore Nascar 2014 e secondo nel 2015. Per lui le due vittorie giungono sull’ ovale piu amato a Phoenix dove ha 8 vittorie complessive, il massimo per ogni pilota attivo e non della Nascar e a Bristol ad Agosto dopo la pausa Olimpica. Harvick è anche l’unico pilota ad aver piazzato la sua monoposto nel Championship Round nelle scorse due annate, e quest’anno si ripresenta  nella stessa condizione e posizione, ma sarà una vera battaglia tenere testa a queste Toyota capaci di vincere il 50% di gare fino a questo punto.

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Denny Hamlin: E’ l’eterno pilota del Joe Gibbs Racing con i suoi 11 anni nel team presentandosi con una Daytona 500 vinta e la conquista delle gare al Glen e Richmond quest’anno con grossi miglioramenti nelle ultime gare piazzando 8 top ten in 8 presenza, una statistica ce cercherà di tenere in vita da Chicagoland. Il pilota di Chersterfield è ancora alla ricerca del riscatto dopo quell’ amaro 2010 consumato nella gara finale ad Homestead che relegò a Johnson il quinto titolo consecutvo di soli 30 punti, quando si trovava in vantaggio e carico di 8 successi stagionali, il massimo in carriera.  Per questo Chase si potrebbe prospettarsi una finale come due anni fa, ma potrebbe non essere all’ altezza se qualche outsider ci mette qualche piede in mezzo. Il motore nipponico spinge parecchio, bisognerà vedere se gli avversari decideranno di prendersi la rivincita stagionale, ma Hamlin insegue un sogno più antico che dura ormai da sette anni.

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Brad Keselowski: Brad Keselowski ha il maggior numero di vittorie stagionali con 4 sigilli (eguagliato da Kyle Busch); vittorie che gli garantiscono al momento la seconda posizione in classifica. Ai successi vanno aggiunti un totale di 17 top ten in 26 gare ed un numero ristretto di giri in testa (442) che dimostrano la sua abilità nel cogliere gli attimi giusti conditi da una grande media finale in gara, pari a 9.69. Keselowski già vincitore del campionato nel 2012, con Dodge è nella migliore condizione per provare a dare a Ford un titolo che non arriva dall’ accopiata 2003 e 2004, quando le Ford di Jack Roush vinsero con Kenseth e Kurt Busch. A Penske manca il titolo dal 2012, e nel 2014 giunse quarto con Joey Logano che sprecò una grande coccasione. Detto ciò, il pilota di Rochester Hills a 32 anni è nel momento adatto per ripetersi contando anche sulle 5 vittorie conquistate nella sua storia al Chase.

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Kyle Busch: Dopo una partenza a razzo con tre vittorie e 6 top fives in undici gare, l’ira di Kyle Busch fresco vincitore del campionato 2015 si è placata quasi come per lasciare spazio ad altri piloti aspettando ben nove gare prima di vincere nuovamente ad Indianpolis. I successivi top ten al Glen, Richmond e Michigan sono sono serviti solo a migliorare le statistiche, con 1244 giri in testa è il pilota con il maggior numero di fermate in stagione. Kyle Busch a bordo della Toyota  che l’anno scorso lo ha glorificato nonostante l’assenza delle prime 11 gare, cercherà di fare di fare qualcosa che manca dal 2010: ovvero quello di ripetersi come campione Nascar. Basti pensare che dal 1997 solo due piloti sono riusciti in tale impresa: Jeff Gordon campione nel 1997 e 1998, e Jimmie Johnson con la sua magica cinquina dal 2006 al 2010. Riuscirà Kyle ad eguagliare i suoi ex compagni di team?

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