Harvick magistrale doppietta in Michigan

Semplicemente innarrestabile Kevin Harvick nel gigante ovale del Michigan nei pressi delle Irish Hills.

In entrambe le gare il 44enne di Bakersfield ha impostato la sua corsa agendo intelligentemente anche durante i pit stop e una solidità senza uguali completando 182 dei 322 giri complessivi in testa alla gara. Nulla hanno potuto Keselowski, pilota nativo di questo stato e Hamlin per fronteggiare il suo strapotere.

Con le due vittorie consecutive diventa il primo pilota dal 1971 (Richard Petty) a vincere 2 gare in altrettante giornate nella massima serie. Due giornate che regalano al campione californiano nuovi traguardi storici.

Nella giornata di Sabato ha raggiunto Lee Petty,padre di Richard eclissando le 54 vittorie in carriera mentre nella giornata di domenica la storia parla di tre traguardi: il primo è il 55esimo successo, che lo porta ad eguagliare un’ altro grande di questo sport Rusrty Wallace nel top ten dei maggiori vincitori NASCAR. Il secondo quello del superamento delle 663 gare consecutive e scavalcando così Jimmie Johnson. Ora ha nel mirino Rusty Wallace fermo a 697. Terzo sesta vittoria stagionale supera il record di 5 vittorie ottenute nel 2014 e nel 2006. Il record personale del 2018, dista solo 2 lunghezze.

Nonostante il domino di Harvick entrmabe le gare si sono focalizzate su quattro piloti: Jimmie Johnson, William Byron, Tyler Reddick ed Erik Jones , i quattro piloti in lizza per l’ultimo posto disponibile per i playoff. Con Johnson capace di accorciare di tre punti nella giornata di sabato dopo essere scattato dal fondo dello schieramento e giovato sia a Reddick sia a Jones capaci di ottenere un discreto risultato.

LOTTA PLAYOFF

Ma Byron riesce a strappare 5 punti extra nelle giornata di domenica dopo un brillante primo stage e costringe Johnson a un surplus che lo porta a sfiorare il decimo posto a favore di Kurt Busch, il quale ha toccato quota 706 gare eguagliando Rusty Wallace puntando il dito su Bobby Allison a 718 gare.

Il disastro per Reddick, 24° e Jones 27° porta William Byron ad aumentare il divario fino a 26 punti di margine a 4 gare dai playoff.

La classifica dice Byron +26 punti, Johnson e Jones a -26, mentre Reddick sprofonda a -36 punti.

La prossima gara sarà domenica a Daytona nel Road Course della famigerata 24 ore di Daytona.

I playoff si avvicinano e nessuno vuole giocarsi l’ultima carta nella Coke 400 di Daytona il 29 agosto, dove il risultato dipende veramente dal semplice ma complicato lancio di una moneta.

Ufficiale: Christopher Bell al Joe Gibbs Racing nel 2021

Christopher Bell, uno delle giovani promesse delle NASCAR approderà il prossimo anno al Joe Gibbs Racing sulla vettura numero 20. Una monoposto storica già guidata da Tony Stewart e Matt Kenseth in passato, 4 volte vincitori del campionato NASCAR ( 3 Stewart, 1 Kenseth)

Erik Jones senza volante

La conferma dell’ ingaggio di Bell arriva dopo che qualhe giorno fa era stato annunciato l’addio ad Erik Jones, pilota attuale della vettura numero 20 del team, con il quale è in forza dalla stagione 2018. In due anni Jones ha migliorato i suoi numeri ottenendo le sue due prime vittorie in carriera nella massima serie, 24 top 5 e 43 top ten.

Numeri decenti, ma forse non abbastanza per essere all’ altezza dei grandi. L’addio di Jones a fine stagione, pone il pilota del Michigan a caccia di un sedile per il 2021. Le prime speculazioni potrebbero parlare della vettura 48 di Rick Hendrick, dopo l’annunciato ritiro del sette volte campione NASCAR Jimmie Johnson.

Potenziali porte aperte verso il Chip Ganassi Racing sulla vettura 42, in mano al veterano Kenseth,o il 43 di Richard Petty qualora non dovesse rinnovare Bubba Wallace. Per ora certezze non ce ne sono, solo il tempo e i futuri risultati di Jones sapranno dire il suo prossimo destino.

Per di più Jones è chiamato ad uno sforzo d’onore essendo in lotta a quattro gare dai playoff per l’ultima posizione disponibile. Sotto di 26 punti dal taglio a parimerito con Johnson a vantaggio di Byron, dovrà cercare di dare il meglio di sè nelle due gare di Daytona e Dover, nelle quali, si aggiunge l’altro giovane in lotta Tyler Reddick.

Il futuro nelle mani di Bell

Joe Gibbs sta aprendo le porte per il futuro del team. Hamlin ha 39 anni, Kyle Busch 35 ed è il presente, Truex Jr ne ha 40. Quindi, l’astro nascente è proprio Christopher Bell già promettente si dalle gare minori in cui a ha conquistato 22 vittorie.

Bell gareggia al momento per il Leavine Family Racing, che ha annunciato la vendita del team a fine dell’ anno in corso, colpito dalla crisi Covid 19. Cinque i top ten quest’anno in cui il miglior piazzamento è un quarto posto a Pocono.

Avrà quindi fino a fine stagione per mostrare miglioramenti prima di fare il salto di qualità in un team di rilievo capace di vincere 5 titoli NASCAR, 182 vittorie e 5 campioni NASCAR (Kyle Busch,Martin Truex Jr, Matt Kenseth, Bobby Labonte, e Tony Stewart).

I grandi piloti del passato: LeeRoy Yarbrough

Lonnie “LeeRoy” Yarbrough è stato uno di quei piloti in cui è passato dall’ “attimo fuggente” glorioso a scomparire nei meandri più bui della vita umana.

Nato a Jacksonville, Florida il 17 settembre del 1938 da Lonnie e Minnie Yarbrough(Greene), sviluppò una grande affinità per la velocità sin da piccolo.

GLI ALBORI

Già all’età di 16 anni il piccolo LeeRoy assemblò una Ford del 1934 con un motore Chrysler dell’ epoca.Tutti sapevano nella città di Jacksonville che LeeRoy era un ragazzo tenace, che non aveva paura di nulla e amava la velocità più di qualunque altra cosa al mondo.

Una sera del 1960 sul Speedway Park di Jacksonville LeeRoy Yarbrough era in testa all’ ultimo giro dopo aver massacrato la concorrenza: in quel momento perse la ruota anteriore sinistra ritrovandosi con l’asse delle ruote penzolante; invece di rientrare ai box spinse sul pedale dell’ acceleratore, tagliò il traguardo su tre ruote a dimostrazione del coraggio e della tenacia che può elevare un pilota da un uomo qualunque ad una leggenda.

Probabilmente, queste sue qualità hanno contribuito alla sua morte.

La sua passione per le competizioni motoristiche cominciò già all’ età di 12 anni quando decise di abbandonare la scuola avendo in mente l’idea di diventare pilota professionista. Stando alle testimonianze della sorella Evelyn pare che LeeRoy usava falsi nomi per poter competere per la soglia minima dei 16 anni. Alla prima gara che potè parteciparvi con il suo vero nome vinse: era la primavera del 1957 all’età di 18 anni. Divenne un idolo locale per i bambini che si aggiravano per Jacksonville tanto che l’officina dove lavorava, rimaneva aperta 24 ore 7 giorni su 7 per via delle numerose visite.

Nonostante i richiami dei proprietari, LeeRoy simpatizzava per i bambini che li portava nel tracciato locale a fare qualche giro di “ricognizione”.

Le sue grandi abilità di pilota e la carenza di paura lo hanno così lanciato nel mondo della NASCAR. Vinse 83 gare nelle serie minori in un arco di soli 3 anni.

LA SCALATA VERSO LA GLORIA

Passato al Grand National nel 1960 con il debutto ad Atlanta chiuse la gara al 33° posto. La prima pole nel 1963 ad Augusta in Georgia. La prima vittoria nel 1964 sul Savannah Speedway sempre in Georgia a bordo di una Plymouth. A Daytona nel 1965 stabilì il record di velocità a 181.81 miglia orarie(292,59 km orari) su una Dodge Cornet. Da quel momento, per LeeRoy Yarbrough cominciarono i sogni di gloria.

Nell’ arco di 7 anni Yarbrough vinse 14 gare, ottenne 65 top 5 e 11 poles in sole 198 partenze ufficiali. Conquistò la “Triple Crown” ossia la Daytona 500, la World 600 di Charlotte e la Southern 500 di Darlington: la più pagata, la più lunga e la più vecchia gara NASCAR diventando il primo pilota della storia a raggiungere questo traguardo.

Il 1969, anno in cui ha ottenuto le vittorie sopracitate fu per LeeRoy l’anno di rilievo che arrivò al Johnson Associates nel 1967, team capitanato dal grande Junior Johnson capace di vincere 50 gare in carriera come pilota e 6 titoli piloti ( Cale Yarborough e Darrel Waltrip) conditi da 132 successi come proprietario di questo team. Numeri che diedero a Johnson il soprannome di “The Last Great American Hero”.

Nella Daytona 500 del 1969 Yarbrough recuperò 11 secondi a Glotzbach prima di superarlo sulla linea del traguardo. Poi fu la volta dalla Rebel 400 di Darlington l’ovale a forma di uovo conosciuto come “The Lady in Black” per le strisciate lasciate dalle vetture che urtano le barriere del tracciato ottenendo la leadership solo a 4 giri dal termine; poi la World 600 di Charlotte rifilando almeno due giri a tutti gli avversari.

Segue la Daytona 400 dopo un’estenuante battaglia con Buddy Baker “ The Gentle Giant” conquistando lo sweep dell’ ovale della Florida. In estate vinse all’ Atlanta Motor Speedway con quasi 39 gradi di febbre. Vinse la Southern 500 superando David Pearson all’ ultimo giro di gara e conquistò il Rockingham Speedway rifilando 1 giro agli avversari dopo essere stato sotto di un giro nelle battute iniziali di gara; a fine stagione saranno 7 le vittorie del 1969 che gli consentirono di ricevere il premio del pilota americano dell’ anno, così come l’uomo Ford dell’ anno.

LA SVOLTA FATALE

Con la stessa velocità che ottenne il successo andò di pari passo il declino. L’ incidente sull’ ovale del Texas durante un test con le gomme Goodyear nell’ Aprile nel 1970 lo lasciò disorientato. Qualche giorno dopo il suo collega e tre volte vincitore del campionato NASCAR Cale Yarborough, (i due non sono parenti nonostante la somiglianza del cognome), lo andò a prendere per riportarlo a casa. Il weekend dopo gareggiò a Martinsville. LeeRoy Yarbrough non ricordava nulla di tutto ciò.Vinse per l’ultima volta a Charlotte nel novembre del 1970.

Il primo ad accorgersi di questo vuoto fu proprio Junior Johnson disposto a fare di tutto per riportare LeeRoy sulla vecchia strada del successo. Si stima che Johnson abbia speso 250.000 dollari tra visite e controlli vari. Ci teneva a LeeRoy: Johnson aveva dichiarato: “Ricordava tutto dal 1970 indietro, nulla dal 1970 in avanti. Potevi andare al ristorante con lui e dopo aver ordinato un piatto se ne rimaneva fermo a guardalo fisso, finché non gli dicevi: LeeRoy mangia. Allora prendeva le posate e mangiava”. Era l’inizio di una triste fine.

Nonostante questo colpo LeeRoy continuò a gareggiare fino al 1973 , incluso tre Indianapolis 500, dove nel 1970 sempre a causa di un incidente urtò violentemente la testa e il casco si spezzò in due. Fu un colpo durissimo da mandare giù. Johnson lo portò in un istituto ad Ashville in North Carolina ma qualche mese dopo lo richiamarono perché LeeRoy litigava con tutti.

A North Wilkesboro dopo la gara nel 1971, Junior Johnson gli dovette dire di spegnere la vettura e tirarlo fuori di peso. LeeRoy non sapeva che cosa stesse facendo. Era come se il talento venne distrutto da un’ urto violento.

Johnson non si arrese mai nell’ aiutare il suo pilota ma la testa di Yarbrough non riusciva proprio ad andare oltre quel fatidico 1970; non ricordava quello che faceva un secondo dopo l’atto appena svolto. Il mondo per lui sembrava essersi congelato. Arrivò ad un certo punto senza avere la capacità di sapere quale fosse la sua mano destra e la sua mano sinistra.

GLI ULTIMI ANNI

Yarbrough al ritorno a Jacksonvile lasciò le corse sotto l’influenza di pastiglie che inghiottiva con l’alcool passando i mesi dentro e fuori dagli ospedali di sanità mentale. In una carriera in cui ha guadagnato più di un milione di dollari è finito in rovina senza un dollaro in tasca. D’altronde il il modo dei motori è pericoloso. Il padre morì nel 1976 e il culmine arrivò nel 1980, la notte del 13 febbraio quando LeeRoy tento di strangolare la mamma Minnie Yarbrough dopo essersi alzato dal letto, senza motivo.La madre chiamò la polizia e LeeRoy aggredì perfino il poliziotto non capendo il perchè per il quale stava per essere arrestato.

Davanti al giudice per tentato omicidio di primo grado il 7 marzo del 1980 non fu condannato perché incapace di riconoscere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato; Yarborough venne mandato al Florida State Hospital a Chattahoochee prima di essere rilasciato qualche mese dopo per stare dalla sorella Evelyn.

Poco più tardi entrò al Northeast Florida State a McClenny senza mai più uscirne. Stando alle voci venne colpito in testa dopo aver avuto una crisi; altre affermazioni dicono che sia crollato al suolo dopo una lite ma nessuna investigazione venne fatta a riguardo.

Yarbrough morirà il 7 dicembre del 1984, all’ età di 46 anni.Il motivo ufficiale della morte fu lesione interna cerebrale causato da una caduta, quella che oggi viene chiamata “zona d’ombra” nel football americano.

La NASCAR lo ha inserito tra i 50 migliori piloti della storia ed è tutt’ora ricordato come esempio di pilota incapace di mostrare paura, pieno di talento con una sfrenata voglia di vincere. LeeRoy Yarbrough “Drove fast, rose faster, fell fastest”.

Brad Keselowski vincitore a Loudon

Brad Keselowski ha ottenuto la terza vittoria stagionale nella giornata di Domenica conquistando di forza la gara in New Hampshire, la 33esima della sua carriera.

Il campione NASCAR 2012 è riuscito a tenere sotto controllo Denny Hamlin secondo sul traguardo, in grande spolvero quest’anno con 5 successi stagionali.

Grazie all’ ultimo restart eccezionale e una bandiera verde di 83 giri, Keselwoski ha accumulato il margine necessasiaro per tenere lontano Hamlin e cogliere il secondo successo in New Hampshire dopo quello del 2014.

Una 33esima vittoria in carriera che gli consente di superare Dale Jarrett, campione 1999 ed eguagliare Fireball Roberts entrando tra i 25 piloti della storia nella lista di gare vinte. Il prossimo è Bobby Isaac a quota 37.

Considerato che Hamlin e Keselowski avevano le migliori vetture in pista, il terzo posto di Truex Jr a soli 4.4 secondi dal vincitore è un notevole risultato, se si aggiunge anche la penalità inflitta al suo team per una gomma “scappata” durante il pit stop.

Dietro di loro è la schiera dell’ ovale blue a padroneggiare senza troppi problemi: Logano, Harvick, in forte risalita dopo un pit stop più esteso rispetto agli altri con con gomme più nuove d 10 giri; Di Benedetto, Almirola al suo nono top ten consecutivo, e il rookie Cole Custer completano il plotone delle Ford che piazzano 6 vetture nelle prime 8.

Indietro le Chevrolet che sono in lotta con Johnson, Byron e Reddick per l’ultimo posto di sponibile per i playoff a sei gare dalla conclusione della stagione regolare. Il veterano e 7 volte campione NASCAR ha dovuto abdicare a racimolare punti sui due rampanti giovani, che al momento sembrano avere qualcosa in più.

A farne le spese nella gara di Loudon sono i due fratelli Busch, 17esimo Kurt Busch con 704 gare vede ormai nel mirino Rusty Wallace (706) e il top 15 di tutti i tempi; e Kyle Busch ritiratosi dopo aver urtato le barriere in appena 18 giri . Chiude al 38° posto finale e vede accorciarsi a 94 punti il vantaggio dal taglio playoff.

Come citato restano 6 gare alla fine della stagione regolare che si svolgeranno in tre tracciati: Michigan, Daytona e Dover) dopo i quali si conosceremo la griglia dei 16 piloti in lotta per il titolo.

700 gare in Nascar per Kevin Harvick

Conclusa la gara di ieri in Texas Kevin Harvick è diventato il 17° pilota della storia a raggiungere le 700 gare in carriera superando così Buddy Baker “il gigante gentile”, fermo a 699.

Una carriera iniziata nel lontano 2001 in sostituzione al grande Dale Earnhardt Sr, è tra i piloti attivi al secondo posto per numero di eventi disputati, superato solo da Kurt Busch a due lunghezze di distanza (702).

Harvick secondo le stime entro fine stagione in cui rimangono ancora 18 gare, dovrebbe raggiungere e superare Rusty Wallace fermo a 706 gare ed eguagliare all’ ultima gara del 2020 Bobby Allison a quota 718 partenze ufficiali.

Considerato che Harvick ha un contratto rinnovato fino al 2023 incluso, la proieizione ottimale di gare sarebbe 826 ed eventualmente raggiungere l’ottavo posto di tutti tempi a sole due distanze da Bill Elliott (828) e tre da Kyle Petty (829).

Un eventuale numero che gli consentirebbe di superare Bobby Labonte (729), Sterling Marling (748), Ken Schrader (763), Michael Waltrip (784), Jeff Gordon (805) e Darrell Waltrip (809). Dati alla mano l’unico da tenere d’occhio è Kurt Busch, il quale come citato in precedenza ha sul tassametro due gare in più e tre anni in meno del californiano. L’inconvenienza è che Kurt Busch avrebbe al momento un contratto certo fino a fine 2021, e numeri alla mano arriverebbe a 756 gare disputate.

Ma Harvick, campione 2014 ha eclissato un’ennesimo traguardo dopo la gara di ieri sera superando i 200.000 giri completati scalando un’ altro gradino verso l’olimpo per installarsi al 16° posto di tutti i tempi. I prossimi in lista sono Dale Earnhardt Sr (202.808), Bobby Labonte (203.418), Rusty Wallace (204.818), Sterling Marling (209.425), Michael Waltrip (217.142) e Ken Schrader (220.639). Ce ne sono altri 8 che superano i 230.000 giri totali fino all’inarrivabile e primo della lista Richard Petty con 307.846 giri complessivi.

A 45 anni Harvick della parola fermarsi non ne vuole sapere, anzi sin dal suo arrivo in Stewart-Haas nel 2014, i risultati sono stati eccezionali: 234 gare 30 vittorie, 117 top 5s e 168 top ten; al rullino si aggiungono 25 pole positions e 10.264 giri in testa in soli sei anni. Dal 2001 al 2013 ha disputato 466 gare ottenendo 23 vittorie, 100 top 5s e 209 top ten, conditi da quasi 4500 giri compiuti in testa e soltanto 6 pole positions.

Se non bastano questi numeri per dare ad Harvick il valore di rara razza di piloti che riescono a tenere testa e salire di giri con il passare degli anni, bisognerebbe segnalare che con 53 vittorie ha superato quest’anno Ned Jarrett e Junior Johnson( 50 vittorie ) e siede al 12° posto di sempre tra i maggiori vincitori.

E’ il terzo tra i piloti attivi per numero di vittorie superato da Kyle Busch (56) e Jimmie Johnson (83), in cui i prossimi nel mirino sono Lee Petty (54) e Rusty Wallace (55) . Per di più con la vittoria al Pocono Raceway quest’anno al pilota californiano rimangono da conquistare solo l’ovale del Kentucky e il Roval di Charlotte sui 23 tracciati del campionato NASCAR.

Non finisce qui: tra i piloti in attività è anche colui con la striscia più lunga di gare consecutive, 658 dopo che Johnson ha abdicato a tale record fermando il tassametro a 663 per via del Covid-19. Prima di loro a Phoenix si era fermato Newman a causa del clamoroso incidente a Daytona che lo ha tenuto a lungo tra i ferri.

Superato Terry Labonte tre gare fa, siede sul sesto gradino di sempre mirando Johnson ormai a 5 lunghezze. A quel punto se tutto va bene può puntare verso Rusty Wallace a quota 697 gare, mentre per il podio bisogna superare le 700 gare consecutive: Bobby Labonte 704, il vero Ironman Ricky Rudd 788, ed infine Jeff Gordon a 797.

In termini di previsioni potrebbe raggiungere le 784 gare al termine del 2023 a sole 4 lunghezze da Rudd e 14 dal record assoluto, ma solo il tempo, la fortuna e la tenacia di Harvick sapranno dare numeri più precisi per un pilota che merita tutta la sua grandezza dentro e fuori dai tracciati.

Texas: vittoria imprevedibile di Austin Dillon

La celeberrima auto numero 3 torna sul gradino più alto dopo 88 gare (Coca Cola 600 di Charlotte 2018) d’astinenza grazie ad un magistrale Austin Dillon che ha saputo reggere il ritorno degli avversari.

Scommettendo su una strategia di due gomme anzichè quattro, Dillon ottiene la vittoria a sorpresa in Texas . Un risultato che gli permette di mettere in cassaforte il pass per la post season di Settembre diventando il decimo vincitore stagionale in 18 gare. Si tratta della terza vittoria in carriera e la seconda sul miglio e mezzo dopo Charlotte.

Dillon ha comandato l’evento per soli 22 giri dei 334 in programma su un tracciato dove per la giornata odierna il caldo rovente metteva a dura prova l’intera concorrenza. Alle sue spalle giunge uno dei piloti più promettenti del futuro, suo compagno di squadra Tyler Reddick, due volte campione della Xfinity Series ( 2018,2019) e attualemente, il miglior rookie del campionato 2020, al suo massimo risultato nell Cup.

Il giovane pilota di Corning, California ha scomesso su una strategia del solo rifornimento lottando con caparbietà contro Logano, ben più esperto di lui. Logano terzo, Kyle Busch quarto mentre Kevin Harvick completa il top five alla sua 700° gara della sua lunga carriera scattata nel febbraio 2001 a Rockingham.

Sul versante opposto dei vincitori si trovano i vinti, tra i quali Ryan Blaney settimo sul traguardo e vero mattatore di giornata con 150 giri in testa, Aric Almirola decimo, da un paio di settimane a questa parte sembrava essere il prossimo vincitore dopo la velocità mostrata nelle fasi iniziali di gara; penalizzato dopo aver violato la linea in uscita dalla pit lane, è stato costretto ad un’ardua risalita.

Non va meglio a Jimmie Johnson con una vettura che sembrava destare grandi possibilità di vittoria; prima inciampa in una penalità in pit lane, poi va a muro mentre lottava con Kurt Busch per la sesta posizione. Infine, cade nella doppia penalità per via del numero eccessivo di meccanici nel box dei pit. Chiude comunque in 26° posizione nonostate si sia ritrovato a dodici giri di ritardo dai leader.

All’ inizio del terzo ed ultimo stage la collisione tra Truex e Kyle Busch ha coinvolto poi vari piloti tra cui Kenseth, Kurt Busch, Buescher, Custer e William Byron.

Harvick mantiene la leadership del campionato con 91 punti di margine su Ryan Blaney. Il campionato si sposta questo giovedì in Kansas, un’altro ovale da 1.5 miglia con la Super Start Batteries 400 con 267 giri da compiere.