Gli Ovali defunti: Ontario Motor Speedway

L’ Ontario Motor Speedway non ha nulla a che fare con il Canada o il lago Ontario a Nord-Est del continente Nordamericano, bensì con la costa Ovest degli Stati Uniti nei pressi della grande città di Los Angeles.

L’idea di costruire l’Indianapolis Motor Speedway dell’ Ovest era un grande sogno americano del quale ci vollero ben tre tentativi prima di renderlo realtà, dopo che svariate corporazioni provarono senza successo a portare a termine l’impresa.

Su un’ area di 800 acri pari a 323 ettari di terreno, l’ovale prese forma nel 1968 con un costo di 25,5 milioni di dollari vicino all’ Aeroporto Internazionale Ontario. Una zona della costa ovest che avrebbe rappresentato un conglomerato di impianti motorisitici che includeva il Riverside International Raceway, altro tracciato che prese vita nove anni prima nel 1957, distante qualche chilometro più a Sud Est di Ontario. Solo nel 1997 a distanza di 3 km di questo ovale venne costruito L’Auto Club di Fontana, ovale tutt’ora usato dalle massime serie NASCAR.

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Ci si impiegarono 22 mesi prima di completarlo nel 1970 creando un gigantesco ovale di 4 km pari a 2,5 miglia identico o quasi, al leggendario Indianapolis Motors Speedway, tanto da relegare  all’ Ontario Motor Speedway il soprannome di “The Big O”. Oltre alla conformazione ad ovale presentava un tracciato misto di pari a 5,14 km.

Le premesse dell’ Ontario Motor Speedway aprirono le porte alle grandi categorie motoristiche del periodo quali  Formula 1, NASCAR e USAC ( l’attuale Indycar) che lo resero una celebrità a Ovest della nazione.I proprietari dell’ ovale convinsero in qualche modo la Formula 1 a gareggiare nel 1971, unico anno in cui il vincitore fu Mario Andretti. La bassa presenza di spettatori portò la Formula 1 stessa a non rinnovarlo per l’anno dopo.

Da quel momento l’Ontario Motor Speedway si concentrò solo ed esclusivamente sulle categorie americane. Nella NASCAR il primo evento arrivò con il Miller High Life 500 nel 1971 e 1972, in cui un certo signore A.J. Foyt, con i Wood Brothers (team tutt’ora attivo in NASCAR) riuscì a vincere le due edizioni, seppur abbia più voce in capitolo nelle ruote scoperte americane anzichè nelle Stock Car della NASCAR.

La mancanza di un sponsor vero portò l’ovale a saltare l’evento NASCAR nel 1973, cosa che invece accadde con la Indycar dell’ epoca. A quel punto il Los Angeles Times diverrà per la NASCAR lo sponsor che legò la serie al tracciato dal 1974 al 1980. In queste edizioni che sancirono la storia di questo ovale, la data dell’ evento venne spostata da Marzo a Novembre, mese che chiudeva la stagione delle Stock Car americane.

In queste sette edizioni sull’ Ontario Motor Speedway, o “The Big O” se vogliamo citarlo con il suo soprannome, 500 miglia di gara per 200 giri da completare portarono i piloti ad una prova estenuante della durata minima di tre ore e mezza di gara. Era l’ultimo evento della stagione.

Nel 1974 fu Bobby Allison a bordo di una Ford Mercury di Roger Penske in una lotta serrata con Pearson e Yarborough, gli unici a pieni giri su una griglia di 40 piloti a conquistare la gara su questo ovale.  Nel 1975 Buddy Baker, per tutti “The Gentle Giant” per via della sua stazza conquistò la gara  staccando di 30 secondi David Person. Il 1976 fu l’anno della rivincita di David Person, capace di spazzare letteralmente la concorrenza con ben 121 giri in testa doppiando tutti i piloti presenti in pista. Il suo successo è il più netto nella storia della categoria ad Ontario.

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Nel 1977 la gara fu vinta da Neil Bonnett tallonato dal compagno di team e leggendario Richard Petty. Il secondo posto di Petty non bastò per negare a Cale Yarborough il secondo dei tre titoli consecutivi.Nel 1978 Bobby Allison riuscì ad eguagliare A.J.Foyt nella lista dei maggiori plurivincitori del tracciato rimanendo al fronte per ben 134 giri. Un risultato che ancora una volta graziò Yarborough campione NASCAR a spese di Allison.

L’edizione 1979 andò a Benny Parsons leader per 56 giri, coinvolto nella lotta per il titolo tra Darrell Waltrip e Richard Petty. Waltrip finito in testacoda chiuse ottavo, Petty fu quinto. Una gara in cui Richard Petty vinse il suo settimo ed ultimo  titolo in carriera per un misero margine di 11 punti. Dopo quell’ anno il testimone di leggenda passò a Dale Earnhardt Sr, il quale nel 1980 sull’ Ontario Motor Speedway vinse il primo titolo in carriera all’ età di 29 anni, dopo che Parsons conquistò la bandiera a scacchi per il secondo anno consecutivo.

Dopo il 1980, l’Ontario Motor Speedway capitolò lasciando per sempre la NASCAR. In quell’ anno l’ovale venne acquistato per  3 milioni di dollari  dalla compagnia Chevron e nel 1981 venne demolito per dare spazio a centri urbanistici ed un centro commerciale. L’ Indianapolis dell’ Ovest scomparve per sempre.

Di questo ovale rimarrà un’idea, un ricordo di coloro che ne hanno potuto metterci piede sognando di avere una seconda Indianapolis per sempre.

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Dodge potrebbe tornare in NASCAR

Stando alle dichiarazioni del  CEO di Fiat Chrysler Automobiles Sergio Marchionne, Dodge potrebbe tornare in NASCAR in una data ancora da definirsi.

La settimana scorsa in concomitanza con le finali mondiali Ferrari avvenute a Daytona, nel gigantesco ovale della Florida Marchionne avrebbe parlato poi con Jim France,NASCAR’s executive vice president durante il gala di sabato scorso.

Dodge lasciò il circo NASCAR a fine 2012 da campione uscente lasciando il testimone ai vari Chevrolet, Toyota e Ford; quest’ultimo diventato poi motore del team di Roger Penske a partire dal 2013.

“Si, mi piacerebbe molto ritornare nella NASCAR.  Ho parlato con Jim France proprio ieri sera,” ha dichiarato Marchionne nella giornata di domenica. “Sono colui che ha portato via Dodge dalla NASCAR e quindi mi auto dichiaro colpevole…ma per coloro di voi che hanno la memoria corta, nel 2009 eravamo quasi vicini alla bancarotta, quindi correre nella NASCAR mentre stavo cercando di pagare debiti e fatture era veramente difficile…penso che ora siamo una situazione diversa, e se possibile, ritorneremo nella NASCAR, dobbiamo solo trovare il modo giusto per rientrare.”

Il ritorno di Dodge riporterebbe a quattro i costruttori in gara andati a braccetto per sei anni nell’ultima decade, ma Brian France, CEO della NASCAR rimane ottimista ma cauto: “Ci sono state trattative per riportare un’ ulteriore costruttore, ma non siami pronti a fare l’annuncio ufficiale.”

Dodge prima di lasciare il circus nel 2012 aveva già mostrato una plausibile Generation Six, ovvero le attuali presenti nel campionato NASCAR.

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Nascar obbliga l’aggiunta del quinto bullone

I team speravano di risparmiare tempo  montando solo 4 bulloni sulle gomme durante il rifornimento anzichè cinque, Numero di fori presenti sulle gomme Nascar. Ora in caso non rispettassero la regola rischieranno penalità pesanti.

Infatti, in caso di non rispetto di tale legge, risulterà una penalità come avvertimento pre-gara ( in cui i cinque bulloni sono sono “fuori posto”) con una multa di un minmo di 20.000 dollari, una gara di sospesione per il pilota e on probation il rispettivo Crew Chief, nel post gara l’auto non ha i cinque bulloni su ogni ruota.

Se l’infrazione vine compiuta nel pre-gara è considerata come “aggiuntamento non appropriato, e colui che ha violato tale legge sarà costretto a lasciare l’evento prima della gara. Offensività multiple, nel caso come una penalizzazione a scalare.

2016 NASCAR Bristol

Nascar aveva lasciato perdere questo tipo di particolarità dopo la stagione del 2014, ma sostituito con un gruppo di ufficiali chiamati PRO (PIT ROAD OFFCIATING) che utilizza delle telecamenre per controllare cosa succede nella corsia dei box.

Installando quattro bulloni anzichè cinque, i piloti avranno guadagnato tempo, ma ha anche aumentato il numero delle ruote allentate costringendo i piloti a rientrare nei box e risolvere il problema.

Siccome i Crew Chief hanno notato che con meno bulloni, i piloti completavano la gara, Il CEO Brian France ha detto che non cambierà il modo di ispezionare le monoposto, rimanendo tali come sono attualmente. ” Quando le cose sono alterate bisogna trovare un’accordo che le rimetta nel posto giusto. Lo facciamo da 60 anni e abbiamo sempre risolto i problemi. Per noi la sicurezza dei piloti è il lavoro numero 1.

La settimana scorsa Stewart aveva espresso le sue preoccupazioni del caso e Nascar lo aveva multato di 35.000 dollari dichiarando che NASCAR non stava facendo il suo lavoro.

Ora sotto la spinta del celeberrimo pilota e i possibili problemi che potrebbe creare un bullone, Brian France ha imposto questa regola che dovrebbe risolvere ogni problema.